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sabato 4 maggio 2024

RECENSIONE - Logos - Matteo Tagliabue

Titolo: Logos

Autore: Matteo Tagliabue

Editore: O.D.E. Edizioni

Genere: Fantasy

Data di pubblicazione: 17 aprile 2024 

Serie o romanzo autoconclusivo: Autoconclusivo

Formato e-book € – 2,99 Cartaceo € – 13,90 

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Sinossi

Vedi la guerra tra le creature del cielo e quelle degli abissi? È la stessa che si combatte nel cuore di ogni uomo. È la guerra tra l’elemento dell’inferno, che non conosce pietà e compassione, e l’elemento del paradiso, che non ammette l’imperfezione. Se uno dei due vince, è la persona a perdere.

Sono trascorsi sette anni da quando il cielo si è squarciato e le armate di Angeli e Demoni hanno iniziato la guerra.

Gli esseri umani hanno cercato di sopravvivere, ma la Terra è devastata e la legge del più forte prende il sopravvento.

Eppure, questa apocalisse era stata predetta. Nell'oscurità di riunioni segrete, una setta sapeva che la guerra sarebbe iniziata. La ricerca del Logos, dell'equilibrio degli opposti, era già iniziata.

Una piuma.

Un artiglio.

E il sangue di un meticcio.


Recensione

Parto con il dire che il romanzo mi è piaciuto tantissimo, non solo perché il fantasy è un genere che mi appassiona parecchio, ma anche per il fattore originalità e attaccamento ai valori, a tutto ciò che è materia e allo stesso tempo spirito perciò ho apprezzato questa sorta di dualismo pratico e teorico che caratterizza la storia.

Gli angeli e i demoni sono figure talmente presenti nella letteratura fantastica da poter risultare quasi noiosi, ma l’autore riesce con abile sapienza e destrezza a ricostruire vicende davvero particolarissime che non solo non annoiano mai ma devo dire tengono sempre con il fiato sospeso.

Inoltre vi è un continuo crescendo di emozioni, pathos ed eleganza soprattutto nel contesto narrativo ma devo dire anche nel linguaggio e nello stile a volte addirittura ricercato e filosofico.


“Se non lo si guardava negli occhi era pressoché impossibile distinguerlo da un essere umano. Nei suoi gesti c’era l’arrendevole accondiscendenza di un agnello portato al macello. Nel suo silenzio, il grido dell’esule. Sembrava avere sulle spalle l’insostenibile peso di una mancanza, di un’assenza. Un dolore indefinibile, impalpabile, maledettamente umano.”


Chiaro il riferimento abbastanza esplicito a Nietzsche, il filosofo che più o meno conosciamo un po’ tutti anche per le sue frasi celebri, e anche questo dettaglio molto importante mi ha incuriosito davvero tanto.

Ho notato inoltre che nel romanzo si citano figure importanti come Gesù di Nazareth e alcuni nomi altrettanto noti, ebbene questo è da tenere in considerazione poiché denota il livello spirituale dell’opera, che infatti non è incentrata banalmente sulle figure dei diavoli e dall’altra parte degli angeli, bensì ne scandaglia proprio con attenzione la psicologia, le caratteristiche fisiche e soprattutto mentali e morali accentuandone le varie differenze.

Tra i vari personaggi presenti all’interno dell’opera, devo dire che mi hanno colpito maggiormente tre di questi, ovvero: Latika, Zeno e l’angelo Arael.

Latika e Zeno assomigliano tanto all’allieva e all’insegnante saggio, in quanto Zeno riesce sempre a trovare le parole giuste nel contesto adatto e si spiega in maniera semplice ma efficace, utilizzando parabole che da un lato ricordano il buddismo ma secondo me soprattutto il cristianesimo, basti pensare a Gesù e alle parabole contenute nel Vangelo.

Arael invece avrà ugualmente un ruolo fondamentale e per certi aspetti ho provato un senso di appartenenza a questa figura che appare come reietta, esclusa, ai margini di un mondo che forse non è poi così adatto a questa creatura così particolare e per certi aspetti rara, sensibile.


“Natan per qualche tempo credette di aver potuto scrutare l’abisso negli occhi di quel diavolo. Solo anni dopo capì che era in realtà avvenuto l’esatto contrario: era stato il demone che aveva sbirciato dentro al suo.”


A volte però, allo stesso modo, mi è sembrato che lo stesso angelo fosse pericoloso e da tenere distante… forse perché la guerra epocale tra angeli e diavoli è il fulcro di tutto in questo bellissimo romanzo ma soprattutto perché in questo caso anche le stesse creature celesti, capitanate da Raphael, sembrano antagoniste quasi tanto quanto i demoni che invece sono presieduti da Aamon.

La bellezza dell’opera è insita nella sua materia scientifica che va a combaciare paradossalmente, in modo perfetto, con la spiritualità che permea il romanzo, che comunque mantiene un ancoraggio ben evidente sulla razionalità e sulla battaglia interna tra persone, luoghi, divisioni esterne e fazioni nemiche.

Una storia imperdibile che vi incuriosirà moltissimo fin dalla prima pagina!


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Una book blogger tra i fiori

*Ringraziamo l’autore e la casa editrice per la copia digitale*

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