Sono arrivata alla rilettura de Il colore della pelle e come la prima volta mi ha scatenato dentro emozioni incredibili.
I due protagonisti sono meravigliosi, il loro amore è travolgente, eppure non mancano i dubbi, i rimpianti, il non sentirsi accettato e il non voler perdere le opportunità della vita.
Davin e Elijah, due nomi di cui è giusto conoscerne l’etimologia, perché così si arriva a capire in pieno ciò che significa casa per il primo e cosa significa aver trovato il proprio poeta-trovatore per il secondo.
Due ragazzi che s’incontreranno e impareranno a camminare insieme, lottando contro tutto e tutti fino ad arrivare all’unica scelta di vita possibile.
Una storia che va letta perché, nonostante, il terzo millennio l’uomo ancora non sa accettare le differenze e le diversità, due termini che non mi piacciono ma che uso per farmi capire.
Non esiste alcuna razza, colore della pelle, religione e orientamento sessuale che può rendere l’essere umano diverso o differente, in questo mondo siamo tutti sullo stesso piano.
Grazie Dawn.
A presto
Asiul
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