Titolo: L’inizio è alla fine
Autore: David Redoschi
Genere: narrativa
Data di pubblicazione:25/10/24
Serie: no
Formato: Ebook €6,99 , flessibile 14,90
TRAMA
La vita a volte arriva a un punto che sembra segnare la fine, ma in realtà può essere solo l'inizio di un nuovo capitolo. C'è sempre una scintilla che può accendere la consapevolezza di trovarsi su una strada diversa, ed è fondamentale riconoscere questo momento e lasciarsi guidare verso una nuova direzione, un nuovo inizio.
Così, il protagonista, ormai avanti con gli anni, si trova a vivere un grande cambiamento nella sua vita, ma non lo affronta da solo: è guidato e sostenuto dall'amore e dalla tenerezza di una sorpresa che invade la sua anima: l'ingenuità e la spontaneità di un bambino, suo nipote.
Questo romanzo rappresenta un manifesto al grande cambiamento che la vita può riservare. Un'opportunità per celebrare la bellezza del legame tra un nonno e suo nipote. Attraverso i loro occhi, scopriamo la magia di una connessione profonda e indissolubile. Una storia che celebra la forza trasformatrice dell'amore ricordandoci che la vita nasconde tesori inestimabili.
RECENSIONE
Ci sono romanzi che arrivano in punta di piedi, senza clamore, ma con la grazia sottile di una carezza sul cuore. "L’inizio è alla fine", opera prima di David Redoschi, è uno di quei libri che non si leggono: si vivono lentamente. Come una passeggiata invernale tra i ricordi, o una conversazione sussurrata tra generazioni che si riconoscono, anche se non si sono mai davvero guardate negli occhi.
Pietro è un uomo che crede di aver già visto tutto. Il tempo lo ha indurito, forse difeso. Ma è proprio quando la vita sembra tirare giù il sipario che accade qualcosa di inatteso. Non un colpo di scena, ma un soffio. Una voce nuova: quella del piccolo Luca. Suo nipote. Un bambino capace, con la sola forza della spontaneità, di scalfire le difese di un nonno silenzioso e restituirgli il coraggio di ricominciare.
Il romanzo non ha fretta. Non rincorre effetti speciali, non cerca consensi facili. Anzi, con uno stile sobrio ed essenziale, a tratti quasi contemplativo, ci invita a rallentare, a prestare attenzione ai dettagli minuscoli, quelli che, spesso, fanno la differenza tra l’esistere e il vivere davvero. Gesti che non si pronunciano, sguardi che sanno parlare da soli, silenzi che scaldano più di mille parole.
Redoschi mostra una sensibilità narrativa che colpisce soprattutto per la tenerezza con cui tratteggia il rapporto tra nonno e nipote. Non idealizza, non edulcora: semmai ascolta, osserva, e lascia che sia il tempo a costruire quella fiducia lenta e profonda che solo chi ha molto da imparare e molto da insegnare può davvero condividere. E in questo scambio, tra l’ingenuità dell’infanzia e la memoria di una vita, si crea un ponte. Un ponte che unisce non solo due generazioni, ma due modi opposti e complementari di guardare il mondo.
Ci sono momenti in cui si percepisce la volontà dell’autore di restare in bilico tra malinconia e speranza. La narrazione procede con un passo regolare, quasi meditativo, e questo può non incontrare il gusto di chi cerca dinamismo o svolte narrative inattese. Ma chi saprà restare dentro la quiete di queste pagine, troverà qualcosa di più raro: l’eco autentica di una verità semplice e luminosa.
Non tutto, però, riesce a raggiungere la stessa intensità emotiva. In alcuni passaggi avrei voluto sentire di più il battito vivo dei personaggi, una voce interna che mi permettesse di avvicinarmi ancora di più alla loro umanità. Il rischio, in una prosa così contenuta, è che l’emozione resti appena sotto la superficie. Eppure, anche in questo, c’è coerenza: perché L’inizio è alla fine non è un romanzo che pretende di spiegare. È un romanzo che accompagna.
Perché leggerlo
Perché parla di rinascita senza retorica.
Perché ci ricorda che anche quando ci sembra tutto perduto, c’è sempre una voce, piccola, viva, imprevista, che può indicarci la strada.
Perché è un inno delicato al ruolo silenzioso e gigantesco che i nonni, spesso, hanno nella nostra storia.
In conclusione
L’inizio è alla fine è una storia che lascia addosso il sapore dei racconti di un tempo, quelli che non si dimenticano. Forse non ti travolge, ma ti resta. E in un mondo che corre, questa è già una conquista.
Consigliato a chi ha voglia di guardarsi dentro, a chi ama le storie che parlano piano ma arrivano lontano. A chi crede, come me, che l’amore vero non sempre grida. A volte, sussurra.
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Silvia
Ringraziamo la casa editrice e l'autore/autrice per la copia digitale.
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