Adoro Dawn Blackridge, le sue storie non sono mai prolisse, ma sono piene di dettagli che delineano benissimo ciò che vuole regalare ai suoi lettori.
I suoi protagonisti sono uomini che in qualche maniera sono diventati adulti, ma hanno dietro le spalle dolore, paure, difficoltà ad esprimere ciò che si portano dentro.
The Sniper ha queste caratteristiche, Alan è stato un cecchino e questo suo lavoro nell’esercito gli ha distrutto parte del suo essere uomo, la sua salvezza è stata quella di diventare agente speciale dell’FBI e aver incontrato Clive.
Due protagonisti completamente opposti, il primo chiuso, arrabbiato, sofferente, il secondo solare, positivo, propositivo, insieme troveranno il giusto equilibrio che un pazzo vuole sconvolgere e che fino alla fine mi ha messo ansia e agitazione.
Il finale mi ha messo sul chi va là per cui adesso devo aspettare di rileggere la seconda parte e vedere cosa accadrà.
Non è un errore il mio, infatti tutti i libri di Dawn li ho letti, ma alcuni l’ho fatto tempo fa e alcuni particolari mi sfuggono, ecco perché devo rileggere il secondo volume per sapere cosa ne sarà di Alan e Clive.
Consigliato e da leggere senza se e senza ma.
Asiul
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