Titolo: La bambina di Auschwitz
Autori: Tova Friedman e Malcolm Brabant
Editore: Newton Compton editori
Genere: Autobiografia
Data di pubblicazione: 6 gennaio 2023
Serie o romanzo autoconclusivo: Autoconclusivo
Formato ebook € 5,99 – Cartaceo € – 9,40
Sinossi
La storia vera di Tova, una tra i pochissimi ebrei a essere uscita viva da una camera a gas Tova Friedman è una delle più giovani sopravvissute ad Auschwitz. A soli quattro anni scampò alle esecuzioni di massa nel ghetto della città polacca in cui viveva insieme alla sua famiglia. A sei anni fu fatta salire su uno dei treni diretti verso l'inferno in terra e deportata nel campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau. Nonostante la giovane età, in quel luogo fu testimone di terribili atrocità e si trovò, come pochissimi altri hanno avuto la possibilità di testimoniare, dentro una camera a gas. In questo libro Tova Friedman racconta finalmente la sua storia.
Recensione
Una storia vera e straziante, che tocca le corde dell’anima come pochi libri sono in grado di fare.
Un memoir, una testimonianza diretta in prima persona della piccola Tova, una bambina di appena quattro anni che vive sulla propria pelle, assieme ai suoi genitori, la crudeltà dei tedeschi nazisti, l’orrore dei campi di concentramento e delle camere a gas.
Tova Friedman, con l’aiuto del suo amico Malcolm Brabant, ci porta nell’inferno più vivo e diretto dell’Olocausto, per non dimenticare tutto ciò che hanno dovuto subire gli ebrei senza alcuna colpa.
Si può morire per essere nati ebrei? È qualcosa di davvero aberrante, che lascia senza parole, ed io davvero non ne trovo, infatti, per commentare ciò che ho letto di doloroso nelle parole dei due autori.
Tova Friedman è stata sicuramente una bambina molto forte, disciplinata e anche senza dubbio fortunata, evidentemente non doveva morire in quel luogo orribile, ma ciò che vide rimarrà per sempre riflesso nei suoi occhi.
Io oggi vi parlerò in breve del libro, cercando di farvi capire l’importanza di questa storia nel mio piccolo, perché di fronte alla storia più tragica del popolo ebraico, non si può e non si deve rimanere indifferenti.
Tutti dobbiamo ricordare.
Tova Friedman è una delle più giovani sopravvissute al campo di sterminio nazista noto come Auschwitz-Birkenau, è nata nel 1938, in Polonia, un anno prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale.
Adesso Tova ha ottantatré anni e vive in America, ma all’epoca, quando aveva quattro anni e con i suoi genitori doveva sopravvivere al regime nazista, la vita era affilata come i denti di uno squalo pronto a divorarla.
Lei parla della sua storia, ma in realtà nel libro si parla automaticamente della vita di tantissimi altri ebrei uccisi, torturati ed eliminati per davvero da questo mondo, con modi brutali e atroci.
Io conoscevo già la storia di altri ebrei perché ho letto vari libri che parlano dello stesso argomento, e tutti, compreso questo, ti lasciano un sapore amaro in bocca, ferruginoso, metallico, come se la morte e il dolore passassero attraverso le pagine e arrivassero nell’anima del lettore.
Ho avuto i brividi mentre leggevo le pagine, ho pianto, mi sono immedesimata in tutti quelli che hanno sofferto le pene dell’inferno, a piedi nudi, calpestando un suolo che non offriva nulla se non dolore e agonia.
“L’immagine che ho di lei e che custodisco nel mio cuore non è soltanto quello di mia madre che mi protegge, ma quella di una madre universale che rispetta l’istinto primordiale di proteggere il figlio a qualunque costo. Dal momento del concepimento, una donna porta i figli nella sua anima, oltre che in grembo, e si sacrificherebbe senza pensarci per assicurarsi che sopravvivano.”
Ogni volta che nel libro si apre un nuovo capitolo, e devo dire che sono tutti scritti in modo semplice ma approfondito, si cammina assieme alla protagonista verso ciò che è un destino avverso, verso quel dolore che credo possa provare chiunque ma ancor di più chi è maggiormente sensibile e riesce a capire grazie alla forte empatia, come si possa essere sentita una bambina piccolissima, nel freddo di una Polonia occupata dai nazisti, sentendosi sola e spaesata.
Tova ci fa sapere molto sul comportamento maligno dei tedeschi, ad esempio ci dice che sono dei maestri dell’inganno, facevano di tutto affinché gli ebrei sopravvissuti credessero che i deportati fossero ancora vivi, e poi avevano quei cani dalle bocche rabbiose di cui Tova ha molta paura giustamente... è davvero un libro che rappresenta tutta la sua drammaticità e cruda realtà senza omettere nulla.
È un libro da leggere almeno una volta nella propria vita e sono onorata di averlo potuto recensire.
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una book blogger tra i fiori
*ringraziamo la casa editrice e gli autori per la copia digitale*


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